Nel momento in cui scrivo questo articolo il democratico Joe Biden è il candidato più votato nella storia degli Stati Uniti ma non ha ancora vinto. Dall’altra parte l’attuale presidente in carica, Donald J. Trump minaccia di procedere per le vie legali, parla di imbrogli, sbotta sui social.
Se anche tu tra voto postale e grandi elettori non ci hai capito un’acca su come funziona il voto in America allora questo è l’articolo giusto per te, con le bellissime illustrazioni di Stefano Fabbri, che ringrazio per la sua disponibilità. Cerchiamo di capire l’Election day, tra grandi elettori e vari scenari del sistema elettorale stelle e strisce.
Tanto per cominciare l’”Election day“ non riguarda solo il presidente degli Stati Uniti (il 46simo in questa occasione) ma anche, ovviamente, il vice-presidente nonché il rinnovo di un terzo dei senatori e l’intera Camera dei rappresentanti, circa 435 persone, compresi governatori, sindaci e rappresentanti locali. Il mandato dura quattro anni e inizia il 20 gennaio dell’anno successivo, in questo caso del 2021, ed è chiamato Inauguration Day, con cui inizia ufficialmente la carica del nuovo presidente.
Le elezioni si svolgono il martedì successivo al primo lunedì di novembre (ecco già qui cominciamo ad imbrogliarci…) ogni quattro anni; tutto questo viene fatto per evitare che il giorno delle elezioni cada il 1º novembre, che è un giorno festivo. Le modalità di voto non sono univoche, nel senso che i cittadini scelgono gli elettori (che i media chiamano “grandi elettori”, non chiedetemi il perché), attraverso i metodi stabiliti dai singoli stati federali, che formano il Collegio elettorale degli Stati Uniti. Gli elettori votano i candidati in nome dei quali sono stati eletti ciascuno nel proprio stato (tipo primarie) e le loro preferenze vengono confermate poi al Congresso agli inizi di gennaio.
I cittadini avente diritto di voto sono chiamati alle urne per scegliere il candidato che preferiscono. Il ballottaggio stelle strisce consiste in un voto per eleggere “gli elettori di un candidato” (questo concetto è davvero particolare): significa, in sostanza, che il cittadino votante non sceglie direttamente il candidato presidente, ma il membro del Collegio Elettorale che a sua volta eleggerà il Presidente.
L’elettore può votare la lista di un particolare partito politico, oppure definire le sue preferenze per i singoli candidati, il cui elenco viene stabilito attraverso un processo legale di selezione, detto “accesso al ballottaggio“. Le liste per il ballottaggio presidenziale vengono costituite attraverso una procedura di pre-selezione su cui influiscono sia il peso numerico del partito politico dei singoli candidati, sia i risultati delle principali convenzioni per la loro nomina. Un modo affiché la lista per le elezioni presidenziali non conterrà i nomi di tutti i concorrenti all’elezione, ma solamente quelli dei candidati che abbiano ottenuto una solida nomina da parte del loro partito durante le convenzioni elettorali o il cui partito sia “numericamente abbastanza forte da garantirne per legge l’inserimento nella lista”. Tuttavia la legge elettorale degli states prevede la possibilità per altri candidati — al di fuori dei due partiti principali — di formare una propria lista raccogliendo un numero sufficiente di firme a loro sostegno. Nell’intera storia americana però nessun candidato presidenziale indipendente è riuscito ad assicurarsi un posto sulla lista elettorale presidenziale con questa procedura.
Particolare poi è quello che viene chiamato “scenario 1824“, nome che si rifà alle elezioni presidenziali del 1824, si verifica quando nessuno dei candidati ottiene un numero di voti elettorali (grandi elettori) sufficiente per vincere le elezioni, 270 (cifra stabilita l’ultima volta nel 2017). Si verifica in due modi: nel caso in cui più di due candidati ottengano voti elettorali e nessuno raggiunga il 50%, oppure nel caso in cui i due candidati principali conseguano ciascuno esattamente la metà del plenum dei voti elettorali, che è attualmente 538.
Se i concorrenti ottengono 269 voti ciascuno, significa che nessuno dei due ha raggiunto il “numero magico”; quindi si procede in un altro modo, presidente e vicepresidente vengono scelti in base ai dettami del XII emendamento: il presidente è scelto dalla Camera dei Rappresentanti fra i tre candidati che hanno ricevuto più voti, e si vota per Stati: i rappresentanti di uno stesso Stato dispongono di un solo voto. Il secondo ballottaggio invece avviene per la scelta del vicepresidente e si tiene al Senato, con un voto per ogni senatore.
Come mai si fa riferimento al 1824? Nelle elezioni del 1824 infatti quattro candidati ricevettero voti nel collegio elettorale: Andrew Jackson ricevette la maggioranza dei voti elettorali espressi, ma non quella assoluta, e la Camera dei Rappresentanti scelse il suo sfidante John Quincy Adams in un ballottaggio a tre con William Harris Crawford. Nello specifico il 1824 rappresenta l’unico esempio di applicazione del XII emendamento per le elezioni presidenziali.
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