Streator, Illinois. Anno 1906. Due giovani sposi, Muron e Adella, hanno il loro primo genito: Clyde Tombaugh.
Sono contadini e crescono il piccolo che però si mostrerà subito poco interessato alla vita dei campi perché il ragazzo è attratto dalle stelle.
Non potendo permettersi un telescopio, il piccolo Clyde se ne costruisce uno con le proprie mani, con cui comincia a studiare il cielo e realizza i primi disegni che spedirà a Vesto Slipher, il direttore del Lowell Observatory di FlagStaff, in Arizona. Impressionato dal suo talento, Slipher gli offrirà un posto di lavoro.
Siamo nel 1929 e Clyde, appena approdato all’osservatorio, riprese il lavoro di Percival Lowell, basato sulle presunte imperfezioni nelle previsioni dei moti di Urano e Nettuno: non a caso Lowell, nel 1905, ipotizzò la posizione di un eventuale ‘nono pianeta’, presumendo come questo eventuale corpo celeste potesse disturbare i moti di Urano e Nettuno.
Tombaugh usò un astrografo da 13 pollici per scattare foto della stessa porzione di cielo a distanza di alcune notti questo per facilitarne l’individuazione; non soddisfatto, inventò anche una macchina, una sorta di stereocomparatore il quale mostrava alternativamente le foto delle porzioni celesti così da evidenziare anomalie e differenze rispetto allo sfondo delle stelle fisse: osservò indicativamente la bellezza di circa 45 milioni di oggetti celesti e, dopo appena 6 mesi dal suo arrivo all’Osservatorio, individuò Plutone, il 18 febbraio 1930.
“Improvvisamente mi balzò agli occhi un oggetto di quindicesima magnitudine – Eccolo – mi dissi. Un’emozione incredibile mi travolse: questa sarebbe stata una scoperta storica. Mi diressi subito nell’ufficio del direttore. Cercando di controllarmi, entrai nell’ufficio ostentando indifferenza: ‘Dr. Slipher, ho trovato il suo Pianeta X!’. Il Dottore sobbalzò dalla sedia, mostrando uno sguardo compiaciuto ma riservato”.
Chiamato alle armi Tombaugh prestò servizio come professore, insegnando astronomia navale al personale della Marina durante la Seconda Guerra Mondiale e al suo ritorno, nel 1945, l’amara scoperta: Vesto Slipher, il “maestro” che lo aveva prediletto, lo aveva licenziato ufficialmente per mancanza di fondi. Lo scienziato però si disse sempre convinto che il vero motivo di questo trattamento fu proprio la scoperta di Plutone: “Era geloso che l’avessi trovato al posto suo!”.
A sinistra l’anziano Clyde, a destra il giovane Clyde. Crediti: Astronomy Magazine/culturacolectiva.com
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