Leggiamo sempre di critiche mosse verso la ricerca spaziale e i suoi budget, molto spesso inferiori ad esempio al costo per mantenere le truppe americane all’estero per un anno intero. Con la differenza che le missioni spaziali durano diversi decenni (vedesi Rosetta, New Horizons, Cassini) e il tornaconto scientifico e tecnologico che ne abbiamo è notevole.
Un validissimo esempio di questi tornaconti, in piena emergenza COVID-19, è VITAL (Ventilator Intervention Technology Accessible Locally) un ventilatore realizzato dagli ingegneri del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA che risponde all’esigenza nata dalla pandemia da Coronavirus, abbattendo notevolmente i costi di produzione. Vediamo di che si tratta.
Sviluppato in appena 37 giorni, VITAL è stato progettato specificamente per i pazienti affetti da COVID-19, con la caratteristica di essere pensato per costare poco e durare il tempo necessario per trattare un paziente affetto da questa patologia (la NASA riporta che la su durata varia dai 3 ai 4 mesi).
Il prototipo infatti è composto da poche parti, contrariamente ai ventilatori tradizionali, quelle strettamente necessarie e la sua licenza è gratuita: oltre 100 produttori hanno già fatto richiesta e, alla fine di Maggio, la NASA pubblicherà un elenco dei licenziatari. Lo scorso 30 aprile la Food and Drug Administration (FDA) ha approvato VITAL, concedendo un’autorizzazione legata all’uso di emergenza creata dalla pandemia.
Questa è la storia di come un team di ingegneri, alimentato dal desiderio di aiutare durante la crisi, ha dato vita a VITAL.
“L’11 marzo, l’ingegnere dei sistemi meccanici David Van Buren si è trovato in fila per una tazza di caffè al Jet Propulsion Laboratory della NASA, nel sud della California. Era un tipico movimentato mercoledì prima che iniziasse il telelavoro obbligatorio, ma Van Buren non era concentrato sul suo tipico carico di lavoro“.
si legge sul sito della NASA
“Non c’è voluto molto a capire il potenziale di ciò che avremmo potuto fare qui” – ha detto Van Buren – “E allo stesso tempo, stavo pensando al nostro lavoro; abbiamo queste missioni e sforzi per esplorare altri pianeti, ma ho iniziato a chiedermi se quello che stavamo facendo alla JPL fosse quello che dovremmo fare“.
Quella stessa mattina Van Buren aveva incontrato l’ingegnere capo della JPL Rob Manning, anch’egli preoccupato dal virus e anche lui aveva bisogno di caffè: “Sono tornato alla mia scrivania dopo aver parlato con Rob, e la domanda mi stava ancora tormentando. Qui abbiamo talento e capacità ingegneristiche incredibili. Come possiamo aiutare a ridurre la carenza di ventilatori?“
ha raccontato Van Buren
“Avevamo bisogno di fare qualcosa, e questo è tutto” – ha detto Manning.
In soli trentasette giorni un team di oltre 50 persone, alcune delle quali lavoravano in loco ala JPL mentre la maggior parte da casa, aveva progettato, costruito e testato VITAL. Se questa non è volontà! Qui la storia completa
VITAL, crediti: NASA / JPL-Caltech
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